Punto di snodo cruciale dell’evoluzione dell’essere umano, così come lo conosciamo, è l’homo sapiens, un ominide cui è stato attribuito un aggettivo che richiama la sapienza. Condizione ambita sin dall’antichità, in età contemporanea messa al vertice della piramide dell’informazione DIKW di origini eliotiane, la sapienza è legata non solo a conoscenza e dottrina, ma alla capacità di discernimento che da esse discende, quella capacità che dal piano intellettuale ed etico sa trasferirsi a tutti gli ambiti della vita dell’uomo. Siamo all’altezza di questo aggettivo che marchia e nobilita la nascita della nostra specie? Possiamo, alla luce della più stretta attualità e delle sfide di lungo periodo che gli obiettivi dell’Agenda 2030 tentano di mettere al centro dell’azione pubblica e privata, definirci veramente Sapiens? È una domanda la cui risposta non è più procrastinabile che chiama tutti a una riflessione sul nostro futuro individuale e collettivo e su cosa significhi realmente essere umani.