Al Fondo Verri di Lecce il nuovo libro di poesie di Silvana Kühtz, Manuale di fisica ostica (Musicaos Editore) nella collana di poesia.

La serata prenderà la forma di una performance con alcuni brani dal testo, le parole di Valentina D’Andrea, illustratrice (fantadesign.it) Mauro Marino, (FondoVerri), e Luciano Pagano (Musicaos)
Il nuovo libro di Silvana Kühtz, in un ponte fra il titolo e il contenuto tenta di unire i due mondi da cui è animata l’autrice, quello scientifico e quello umanistico. Cosa sia questo ponte nessuno lo sa, forse è ciò che ci rende umani, completi di tutto, cuore, mente, fisica, chimica e sentimenti. Non siamo fatti a compartimenti stagni, anche se nella vita spesso ci ostiniamo a tenere le cose separate.

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Non che in questo volume ci sia altro oltre alle parole e alle lettere, quelle dell’alfabeto che danno il titolo alle poesie, ma insieme a quelle troviamo le variabili x1, x2, x3 che si usano nei teoremi, le x, y, e z degli assi cartesiani… insomma ci sono elementi di fisica e anche un po’ di ironia e di leggerezza, come ben rappresentato dall’immagine di copertina di Valentina D’Andrea. È ostica la fisica per chi non la studia, e, forse lo è pure la vita per tutti noi, ché ci coglie impreparati. I temi di questo alfabeto di poesie, dalla a alla zeta, da x1 a logaritmo stanno in un cerchio ordinato di alternanze, la vita, l’amicizia, l’amore, il dolore, la morte, la malattia, luce e buio, visibile e invisibile. È una sola storia come sempre nei libri di Silvana Kühtz, quella che si racconta in poesia in questo volumetto. È una storia che si snoda in 33 poesie che arriva alla fessura del pane, del legno, della corteccia, “da una fessura vedo quanto spazio c’è”.

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