La parola che cura, ovvero la scommessa di fare della lettura, dell’arte e della cultura uno strumento di inclusione.

Inclusione di persone, spesso ormai ai margini della comunità e private di opportunità di scambio e di relazione per età, disabilità fisica o psichica o semplicemente distanza dai luoghi dove la cultura abitualmente si fa…

Inclusione di luoghi altri, troppo a lungo chiusi ed evitati come la malattia e il disagio che hanno contenuto e che ora possono aprirsi alla parola che dà voce alla memoria e al presente di un luogo che cambia, guarisce, rinasce.

Inclusione di temi troppo spesso esclusi da eventi culturali che rifuggono i mondi – e i modi – in cui la sofferenza si manifesta, nelle storie di persone e luoghi, che aiutano  invece  a fare luce attorno alla bellezza nascosta che ogni vita può rivelare.

Grazie alla collaborazione tra il Circolo dei lettori – Presidio di Bisceglie e Universo Salute, grazie alla partecipazione corale di istituzioni culturali cittadine quali La Libreria Vecchie Segherie Mastrototaro e il sistema Garibaldi, con il cofinanziamento della Regione Puglia e il patrocinio del Comune di Bisceglie, ha preso il via il 3 luglio il lungo percorso de La Parola che cura.

Un percorso lungo sei mesi con laboratori, workshop, spettacoli, concerti, eventi culturali che coinvolgeranno ospiti, pazienti e operatori della grande istituzione cittadina Opera Don Uva, aprendosi alla città per mettere in relazione mondi diversi, con un filo conduttore: rimettere al centro chi è stato trascinato ai margini dalle vicende della vita, scommettendo sull’accessibilità di ogni forma di cultura.


Mappa non disponibile