Terzo appuntamento dell’edizione 2020 del “Bazar banco degli autori e dei poeti”.

L’incontro è con Dario Goffredo autore della raccolta di versi Alfabeto affettivo (Musicaos Editore, maggio 2020).

dialogano con l’autore
Osvaldo Piliego e Mauro Marino

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“Con la parola uccido nella parola rinasco.
A te io mi fiorisco” – Dario Goffredo

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Amo la poesia quando è sorgiva, quando muove dalla necessità e la scrittura si fa alleata, rifugio, dell’esercizio della voce nel desiderio di far dono di sé all’altro, al mondo, nell’unicità e nella particolarità del proprio sentire. Si è poeti quando la propria singolarità diviene capace di dichiararsi: “La mia tristezza è frutto/ di anni di esercizio,/ una dura disciplina/ a cui mi sottopongo./ La prova di esistenza/ di un me stesso che non conosco”. Versi bellissimi dove l’interrogazione sulla propria natura muove alla forma. Per molti sensibili, la poesia nasce dalla constatazione di una mancanza, lì dimora la verità – quello il motore – senza artifici, senza costruzioni. Goffredo lo dichiara: “Sono io il punto che mi manca,/ la linea tracciata sul quaderno”. C’è la verità della voce che detta il verso, la sua natura orfica fa la scrittura con il suo incedere, il suo ritmo, la sua sonorità capace di trasferire l’essenza di sé su un foglio e con essa tutte le domande possibili sul chi siamo e soprattutto sul come siamo nella deriva del tempo. E la senti la voce di Dario Goffredo in queste poesie tese a proteggere la fragilità, versi fatti di “poche sillabe” che sorgono dalla “radice dei nervi”, da lì, la sua umanità “muove a tenerezza”, eroico, eversivo in questo tempo del tutti contro tutti, della parola scomposta, della vanità ostentata.In questo “secolo ferito, straziato/ (…) già vecchio” lui insegue: “la sillaba che non torna,/ la rima banale, il fiore che non sa, di poter sbocciare”, l’errore che errore non è ma, guida, invito allo stupore, all’accorgersi delle cose intorno. Un invito ad aprir la finestra: “che entri/ aria nuova”perché “il vizio è memoria/ in forma di tela”. Una semina di perle sapienziali disseminate tra i versi come “L’essenza è presenza mutata in silenzio” oppure, “non ho nulla per nutrire la pianta della gioia” o ancora “abitudine è parola così poco sonora che a dirla brucia la gola”. E poi, e poi, e poi… val la pena leggerlo, scoprirlo da voi, nel libro edito, nel maggio 2020,da Musicaos.

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