II triennio scuola secondaria di II grado
Joby Warrick, due volte Premio Pulitzer, cronista e saggista, nel 2017 ha dichiarato: “Oggi, più che mai, la saggistica narrativa è il mezzo migliore per spiegare al pubblico la complessità del mondo”, e come sostiene Nellie Bly, la prima donna che a fine Ottocento si dedicò al giornalismo sotto copertura, “Il giornalismo deve essere utile perché può cambiare le cose e aiutare a migliorare la vita delle persone”. Lo sguardo del giornalista amplia gli orizzonti, il reporter si immerge nei fatti per offrire un punto di vista interno, un’angolatura critica di pensiero. Ed è soprattutto in quest’epoca che l’autore da giornalista diventa scrittore raccontando gli eventi con un linguaggio capace di mediare l’immediatezza e l’oggettività giornalistica con la sensibilità e soggettività della narrazione romanzesca. Gli studenti del II triennio della scuola secondaria di II grado apprendono le basi del genere, si dedicano alla lettura dei 5 testi candidati al Premio Leogrande e, esprimendo la propria preferenza, aggiudicano il Premio Studenti. Le classi che hanno già aderito al progetto partecipano, anziché leggendo e votando i libri candidati al Premio, producendo un’inchiesta narrativa su un tema a scelta (giustizia, parità di genere, inclusione sociale, divario nord-sud, sanità, scuola, immigrazione, lavoro…) sviluppato attraverso un’indagine nella loro città. Le inchieste narrative sono valutate da una commissione e la migliore è premiata con la pubblicazione.
- Edizione 2022:
Valentina Furlanetto vince il Premio Studenti «Un libro-inchiesta duro che, con chiarezza e incisività, descrive ritmi di lavoro insostenibili». IISS “Leonardo da Vinci” di CASSANO DELLE MURGE (BA)
«La coralità della trattazione costituisce un messaggio universale, quotidiano e al tempo stesso di emergenza sociologica». Liceo “Don Tonino Bello” di COPERTINO (LE)
«Lo stile diretto dell’inchiesta giornalistica si fonde con una prosa quasi poetica del racconto di vita». IISS “Leonardo da Vinci” di FASANO (BR)
«Attraverso storie e testimonianze, rivela che siamo tutti complici di un sistema che alimenta e sostiene la schiavitù. (…) Consigliato a chi voglia addentrarsi in un’Italia fondata sul lavoro di uomini e donne senza diritti che mandano avanti la nostra economia». IIS Quinto Ennio di GALLIPOLI (LE)
«Una scrittura che non ha fatto assolutamente a meno della bellezza, ma che della bellezza ha rifiutato la funzione sublimante e mistificatoria: rendere più sopportabili le verità troppo scomode». Istituto Omnicomprensivo dei Monti Dauni di BOVINO (FG)
«Ci impone di prendere coscienza di ciò che ci accade intorno. Ci smaschera, imponendoci di provare a non essere più complici silenziosi». IISS “Galileo Ferraris” di TARANTO
«Mette in evidenza le contraddizioni del mondo del lavoro e racconta una realtà che ci lascia sbalorditi per la crudeltà e la malvagità a cui sono sottoposti milioni di esseri umani in tutto il mondo». IISS Marco Polo di BARI
«Coglie a pieno la complessità dello stile narrativo di Leogrande, mettendo in evidenza le reti e le connessioni che ci sono dietro ogni storia raccontata. Anche il titolo ha colpito noi lettori, perché l’uso del pronome personale ha indotto ciascuno a sentirsi direttamente coinvolto nelle vicende narrate». ITET “Padre A.M. Tannoia” di CORATO (BA)
«Documenta senza reticenze il fenomeno dello sfruttamento, che inquina il mondo del lavoro e avvelena l’esistenza dei lavoratori». IISS Moccia di NARDO’ (LE)
«Nove storie. Nove inchieste. Nove pugni nello stomaco che inducono a riflettere e fanno desiderare di avere la forza di intervenire, di cambiare le cose, il mondo». IISS “A. Olivetti” di ORTA NOVA (FG)