L’edizione 2021 del Premio Alessandro Leogrande è ai nastri di partenza con la candidatura di cinque titoli di giornalismo narrativo di inchiesta selezionati dai concorrenti del 2020. L’iniziativa, promossa dai Presìdi del libro in collaborazione con la Regione Puglia – Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, apre il dibattito su temi controversi del nostro tempo attraverso pubblicazioni di giornalismo narrativo che saranno lette e votate entro marzo dai circoli di lettura dell’Associazione. La proclamazione del vincitore, compatibilmente con l’emergenza sanitaria, avverrà in aprile, a Taranto, insieme ai candidati e alla giuria tecnica.

Novità importante è il coinvolgimento dei Presìdi del libro di tutt’Italia. La presidente Anna Maria Montinaro dichiara: “Siamo al lavoro per costruire partnership con realtà di rilievo in ambito culturale, ma già il voto dei presìdi fuori regione mostra la crescita di un progetto che nato in Puglia riscuote un interesse sempre più ampio. Circoli di lettura di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Sardegna, Toscana e Umbria, insieme a numerosissimi presìdi pugliesi, hanno già aderito al progetto e questo ci rende molto orgogliosi”.

Tra i titoli che si contenderanno il prossimo Premio Leogrande, Annalisa Camilli candida La città dei vivi (Einaudi) di Nicola Lagioia che indaga un efferato caso di cronaca, l’omicidio Varani, interrogandosi su valori e senso di responsabilità. “Uno dei temi cari ad Alessandro Leogrande e alla sua produzione era proprio il tema del male”, commenta Camilli.

Fabio Ciconte e Stefano Liberti portano in gara Progettare la lentezza (People) di Paolo Pileriperché rovescia con cura e con arguzia il paradigma dominante che considera la velocità un valore assoluto”. Secondo Pileri, la lentezza è progetto di territorio, una grande possibilità per lo sviluppo sostenibile del nostro paese.

A un passo da Provenzano. Una storia nascosta nella trattativa Stato-mafia (UTET) di Giampiero Calapà è il titolo posto in lizza da Claudio Loiodice e Dania Mondini. L’autore fa luce su quel mosaico di trame e misteri che sono stati gli anni novanta delle stragi e della trattativa Stato-mafia “Un testo che deve rimanere come memoria per chi quella drammatica stagione non l’ha vissuta”, sostengono Mondini e Loiodice.

Nell’anno del Covid non poteva mancare in cinquina un focus sulla pandemia e Francesca Mannocchi propone Il focolaio. Da Bergamo al contagio nazionale (Editori Laterza) di Francesca Nava. “Il libro di Francesca”, scrive Mannocchi “unisce alla potenza e alla tenacia dell’investigazione, la scrittura come azione civile, politica”.

Quinto e ultimo libro in concorso Salutiamo, amico (Giunti) di Gianfrancesco Turano che racconta la rivolta del 1970 a Reggio Calabria contro la designazione di Catanzaro come capoluogo. A proporlo in gara è il vincitore dell’edizione 2020, Sergio Ramazzotti,perché se tutto il giornalismo fosse scritto come questo libro, non saremmo costretti a lamentarne il declino”.

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