Partendo da un articolo di Vanessa Roghi “La scuola della fantasia”, pubblicato sul blog di approfondimento culturale minima&moralia, e dal suo libro “Lezioni di Fantastica”, in uscita nel 2020 (ed. Laterza), dedicati alla figura di Gianni Rodari, il tema che vogliamo mettere al centro di questo anno del nostro Presidio è quello dell’apprendimento in una Scuola che finalmente liberi la fantasia degli studenti. «L’apprendimento implica un tipo di vita interiore che non si crea a comando, che, invece, ha bisogno di altre e più complesse stimolazioni. Una tecnica si può imparare a scapaccioni: così la tecnica della lettura. Ma l’amore per la lettura non è una tecnica, è qualcosa di assai più interiore e legato alla vita, e a scapaccioni (veri o metaforici) non s’impara», così scriveva Gianni Rodari nella prefazione a “Un anno a Pietralata” romanzo diaristico dell’insegnante Albino Bernardini. Come scrive Vanessa Roghi nel suo articolo: “Rodari vedeva, capiva, che il vero problema erano gli adulti, che spesso, troppo spesso, odiavano i bambini e i ragazzi, confondevano l’educazione con il giudizio”. La Scuola, dunque, come elemento fondante della Cultura di un Paese, ha il dovere di sviluppare quella “Grammatica della fantasia” che Rodari proponeva come alternativa al dogmatismo e alla disciplina attraverso esercizi mirati a smuovere, dal torpore a cui è condannata, la nostra fantasia. Una grammatica che sia un efficace ed utile strumento “per chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione, per chi ha fiducia nella creatività, per chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola”.