Yari Selvetella presenta Le stanze dell’addio (Bompiani), libro tra i 12 finalisti dell’ultimo Premio Strega presentato da Chiara Gamberale.

conversa con l’autore
Eleonora Donzelli

Dalle pagine di questo libro affiora il volto vivissimo di una giovane donna, Giovanna De Angelis, madre di tre figli e di molti libri, editor di professione, che si ammala e muore. Il suo compagno la cerca, con la speranza irragionevole degli innamorati, attraverso le stanze – dell’ospedale, della casa, dei ricordi – fino a perdersi. Solo un ragazzo non si sottrae alla fratellanza profonda cui ogni dolore ci chiama e come un Caronte buono gli tende una mano verso la vita che continua a scorrere, che ci chiama in avanti, pronta a rinascere sul ciglio dell’assenza.
Yari Selvetella dà voce a un addio che sembra continuamente sfuggire al tentativo di essere pronunciato, come Moby Dick nel fondo del mare, e scrive un kaddish laicissimo eppure pervaso del mistero che ci unisce a coloro che abbiamo amato. Attraverso il labirinto al neon degli ospedali, le stanze chiuse del lutto, il filo tracciato da una penna sul foglio bianco è ancora di salvezza, celebrazione commossa della forza vitale delle parole.

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Yari Selvetella (Roma, 1976) ha esordito con libri di argomento musicale. Sua la prima biografia di Rino Gaetano (Bastogi, 2001). È noto ai lettori per saggi e reportage di larga diffusione sulla storia della criminalità romana. Ha pubblicato romanzi – tra cui La banda Tevere (Mondadori, 2015) – e poesie. Lavora come autore televisivo, inviato e presentatore per Rai Uno. È collaboratore fisso della trasmissione televisiva Unomattina – il Caffè di Rai Uno.

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